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Gli antidolorifici combattono la demenza: la scoperta è sensazionale

Se assumi FANS riduci il rischio di demenza. La scoperta arriverebbe da uno studio condotto in Olanda. Ecco i dettagli.

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono molto utilizzati per la cura di una serie di disturbi. Un recente studio avrebbe mostrato come la loro assunzione regolare sia in grado di ridurre anche il pericolo di sviluppare la demenza.

Gli antidolorifici combattono la demenza: la scoperta è sensazionale (giofil.it)

Alcuni medicinali, come l’aspirina e l’ibuprofene, addirittura porterebbero a un calo del 12% del rischio demenza, se assunti per almeno due anni. A mostrarlo è una ricerca olandese. Scopriamone i dettagli.

FANS e demenza: quale correlazione?

Una ricerca apparsa sul Journal of the American Geriatrics Society e compiuta dall’Erasmus Medical Center e dall’Erasmus University di Rotterdam ha esaminato, per dieci anni, le informazioni sulle patologie croniche di 12 mila pazienti, di cui il 60% donne di circa 66 anni di età.

FANS e demenza: quale correlazione? (giofil.it)

Sulla base dell’assunzione dei FANS, gli scienziati hanno suddiviso le persone esaminate in cinque gruppi:

  1. soggetti che non hanno mai assunto FANS;
  2. soggetti che hanno assunto FANS quotidianamente per meno di un mese;
  3. soggetti che hanno assunto FANS quotidianamente per uno o due anni;
  4. soggetti che hanno assunto FANS quotidianamente per più di due anni;
  5. soggetti che hanno assunto FANS per più di tre anni.

Al termine di un periodo di follow-up di 14 anni, 2.100 partecipanti (il 18%) hanno manifestato sintomi di demenza e 1.534 si sono ammalati di Alzheimer. Nel dettaglio, i pazienti che avevano consumato gli antidolorifici per un periodo inferiore a due anni, avevano delle probabilità maggiori del rischio demenza. Chi, invece, aveva fatto uso regolare di antidolorifici per più di due anni ha avuto un’incidenza minore della malattia.

Conclusione

L’autore principale della ricerca, il Dottor Arfan Ikram, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia presso l’Erasmus University Medical Center, ha sottolineato come l’utilità dei FANS sia dovuta al fatto che questi medicinali riducono l’infiammazione cronica di basso grado.

Già degli esperimenti passati, effettuati sia sugli animali sia sugli esseri umani, avevano mostrato come l’infiammazione del cervello a lungo termine possa essere alla base della demenza. Questa ricerca, tuttavia, ha dei limiti e, dunque, i risultati vanno esaminati con attenzione. Innanzitutto, non è in grado di illustrare per quale motivo i soggetti con allele APOE-e4 (una predisposizione genetica alla demenza) non abbiano avuto alcun beneficio dall’assunzione frequente dei FANS.

Lo studio, inoltre, è di tipo osservazionale, cioè non ricercherebbe una causa ed effetto diretti, ma proverebbe soltanto che l’utilizzo prolungato degli antinfiammatori possa essere collegato al pericolo di demenza. Di conseguenza, non bisogna giungere alla conclusione che tutti debbano assumere FANS pur non necessitandone, perché si tratta di medicinali che servono per il trattamento di specifici disturbi e che potrebbero avere degli effetti collaterali.

Le informazioni contenute in questo articolo sono destinate esclusivamente a scopi informativi e non devono essere interpretate come consulenze mediche. Gli autori non sono medici e non intendono sostituirsi a professionisti della salute qualificati.
Antonia Festa

Sono una giurista, grande appassionata del mondo classico, di letteratura, politica, musica, teatro e cinema, divoratrice di serie TV. Sono socia di una compagnia di teatro amatoriale e ho curato la sezione 'Intrattenimento' per un giornale online, recensendo film e spettacoli televisivi e teatrali. Attualmente, lavoro come web content writer, occupandomi soprattutto di temi di natura previdenziale ed economica, che mi permettono di coltivare e approfondire il mio interesse per il diritto.

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